Pubblicato da Shazarch il 18 Mar 2021

Curia Julia

Curia Julia

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La Curia Iulia è la sede del Senato voluta da Giulio Cesare nell'ambito di un più generale programma di interventi che interessano il rinnovamento dell’antico Foro Romano e l’ampliamento delle sue funzioni di centro monumentale, amministrativo e religioso con la realizzazione del progetto di un nuovo Foro a lui stesso dedicato. 

Prima di allora, il luogo delle riunioni di una delle più importanti istituzioni politiche della Roma antica, voluta secondo la tradizione dallo stesso Romolo, è la Curia, la cui fondazione è attribuita in età regia a Tullio Ostio. Costruita nell’angolo nord-occidentale del Foro, in stretta relazione con lo spazio del Comizio, dove originariamente si svolgevano le assemblee del popolo, la Curia Hostilia, come luogo sacro agli auguri, è orientata sui punti cardinali, con il lato maggiore sull’asse nord-sud. L’insieme composto da questo edificio, dall’area antistante del Comizio e dei Rostra costituisce, soprattutto dall’inizio dell’età repubblicana, il centro della vita politica e delle decisioni pubbliche. 

Diverse circostanze poi, dalla crescita di Roma, della sua popolazione e dei suoi domini alla maggiore articolazione e complessità delle attività amministrative, contribuiscono  a modificare nel tempo la funzione rappresentativa e  il ruolo di questa parte del Foro. Le storie degli edifici e degli spazi legati al potere, del resto, si intrecciano più di altre alle vicende e ai mutamenti politici. 

La Curia Hostilia è rifatta, dunque, da Lucio Cornelio Silla, conservando ancora il suo nome. Viene ampliata a partire dall’81 a.C., in risposta all’aumento del numero dei senatori da trecento a seicento, mantenendo l’orientamento del precedente edificio ma occupando parte dell’area del Comizio, che di essa diventa una sorta di vestibolo. Scompaiono anche alcune delle memorie di questo spazio, come le statue di Pitagora e Alcibiade, o delle testimonianze della Roma arcaica. Nella tarda repubblica, del resto, alcune funzioni pubbliche si erano già trasferite dall’altra parte del Foro, il processo di svuotamento di significato del Comizio era già iniziato e anche le sedute del Senato avevano cominciato a tenersi spesso in altri luoghi, ad esempio nel Tempio di Castore e Polluce.

L’edificio della Curia Hostilia è distrutto nel 52 a.C. nell’incendio provocato dai tumulti avvenuti in occasione del funerale di Publio Clodio Pulcro e ricostruito poi da Fausto Silla. Ma con Giulio Cesare il cambiamento diventa radicale. La Curia detta allora Cornelia è demolita dopo l’inaugurazione parziale del Foro di Cesare che avviene nel 46 a.C. e, al suo posto, nel 44 a.C. viene inaugurato da Lepido il Tempio della Dea Felicitas, demolito forse non molto tempo dopo. Probabilmente nello stesso anno iniziano i lavori per la costruzione della nuova Curia che sarà detta Iulia. Essa non è solo più grande perché Cesare porta il numero dei senatori da seicento a novecento. Viene anche spostata rispetto alla precedente. La nuova Curia diventa una sorta di appendice del Foro di Cesare, si allinea ad esso, probabilmente l’ingresso posteriore si apre direttamente sul portico del Foro stesso. Considerando la scomparsa del Comizio, la demolizione di monumenti come la Graecostasis e i Rostra, ricostruiti questi ultimi in un contesto diverso con un nuovo significato,  gli interventi di Giulio Cesare sembrano voler ridefinire non solo un nuovo ordine spaziale, ma anche cancellare il nome di Silla dal Foro Romano per sostituirlo con il proprio e rimuovere la vecchia simbologia repubblicana. 

La sua morte, alle Idi di marzo del 44 a.C., fa sì che, come altri interventi del programma di Cesare, la nuova Curia sia portata a termine dal suo successore e figlio adottivo, Ottaviano.  Essa viene inaugurata nel 29 a.C., insieme al Tempio del Divo Giulio, ma come quest’ultimo è utilizzata anche per celebrare il potere e la vittoria di Ottaviano sull’Illiria, sull’Egitto e ad Azio. Sulla sommità della facciata della Curia,  riprodotta su una moneta del periodo, compare la vittoria alata sul globo, mentre sugli acroteri laterali sono disposte statue di divinità con i simboli dell’ancora e del remo, legate alla vittoria di Azio, evento fondatore del nuovo potere imperiale. All’interno della Curia, Ottaviano fa collocare una statua della Vittoria proveniente da Taranto ed esporre uno scudo onorario.

L’edificio della Curia Iulia è imponente, ha un tetto a due spioventi con un timpano triangolare su entrambi i lati corti, sulla facciata principale si aprono un portale centrale e tre grandi finestre al di sopra di quest’ultimo. Forse vi era un portico antistante. Ma quella presente oggi nel Foro non è la costruzione cesariano-augustea. Quest’ultima viene distrutta in un incendio nel 283 d.C. e ricostruita da Diocleziano seguendo in gran parte la struttura precedente, con un rafforzamento particolare degli angoli. 

Nel 630 d.C. papa Onorio trasforma la Curia in chiesa mentre papa Adriano la dedica al suo protettore facendola diventare Chiesa di Sant’Adriano al Foro, detta anche in tribus foris, all’incrocio di tre fori. I cambiamenti successivi sono legati quindi alla diversa funzione dell’edificio fino a quando, nel secolo scorso, i lavori ultimati nel 1936  portano alla luce la struttura della Curia del III secolo d.C. Così, nell’aula interna, grandiosa per le sue dimensioni (21 metri di altezza, 18 di larghezza e 27 di lunghezza) ancora oggi si vedono a destra e a sinistra i bassi e larghi gradini che sostenevano i seggi dei senatori, mentre, in fondo al centro, si erge il basamento utilizzato per la presidenza delle assemblee.