Pubblicato da Shazarch il 18 Mar 2021
Tempio della Concordia
Tempio della Concordia
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Tempio della Concordia
Nell’antica Roma, l’edifico più importante dedicato alla dea Concordia sorgeva alle pendici del Campidoglio, al termine della Via Sacra, in prossimità delle principali sedi della decisione politica - la Curia, il Comizio, i Rostra -, accanto alle Scale Gemonie che, dalle immediate vicinanze del Carcere, conducevano all’Arx. Il Tempio dominava il Foro, si collocava sull’asse prospettico che collegava quest’ultimo al Campidoglio, aveva una grande visibilità, mantenuta nel tempo e accentuata dai cambiamenti, compromessa solo in seguito dalla costruzione dell’Arco di Settimio Severo.
La storia di questo Tempio, depositata nei pochi resti ancora esistenti, rimanda ad una controversa data di fondazione nel 367 a.C. da parte di Furio Camillo, come asseriscono Plutarco ed Ovidio; racconta dell’edificio che Lucio Opimio dedica alla dea Concordia nel 121 a.C. e di quello ricostruito da Tiberio, consacrato nel 10 d.C. Ma in questo spazio non viene proposta al culto soltanto la personificazione di una divinità civica. In esso si depositano significati simbolici e politici della Concordia diversi in ragione delle congiunture storiche e dei rapporti tra gruppi di potere.
Camillo, votando il Tempio alla Concordia, vuole celebrare la riconciliazione tra i nobili e il popolo dopo i disordini provocati dall’approvazione delle Leges Liciniae Sestiae, che ammettevano l’accesso dei plebei al consolato. Opimio , con la realizzazione di un tempio monumentale ratificata dal Senato, celebra, - dopo i disordini che portano alla morte di Gaio Gracco e alla strage dei suoi sostenitori -, la composizione apparente di una contrapposizione tra optimates e factio popularis che, di fatto, si risolve a favore dei primi. Nel Tempio della Concordia si svolgono diverse riunioni del Senato e Cicerone pronuncia qui la sua orazione contro Catilina, perorando, in difesa della Repubblica, la condanna dei partecipanti alla congiura.
La Concordia, simbolo della vittoria dell’aristocrazia in età tardo repubblicana, diventa in seguito metafora dell’armonia della casa imperiale. Non ha più un carattere civico, ristretto a Roma, ma è Concordia Augusta, estesa a tutto l’impero. A questa nuova idea di concordia si ispira il Tempio ricostruito dal futuro imperatore Tiberio, erede designato di Augusto dal 4 d.C., realizzato, come ricorda Svetonio con il ricavato del bottino di guerra “a nome suo e di suo fratello” Druso. E’ il tempio risplendente di marmo bianco, il niveum templum, dal quale la dea Concordia, secondo le parole di Ovidio, “può spaziare con lo sguardo sul popolo di Roma”. Ed è anche un museo nel quale sono conservate importanti sculture dell’arte greca, dipinti e oggetti preziosi enumerati da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia. La dea Concordia, forse per influsso della greca Homonoia, simbolo dell’accordo che unisce il principe alle figure che gli stanno accanto, è garante di un più generale equilibrio. Le tre figure che coronano al centro la sommità del frontone - rappresentate in una serie di monete di Tiberio (34-37.d.C.) - mostrano, secondo alcune interpretazioni, che Concordia, insieme a Salus e Pax, cominciando dalla famiglia del principe, guida il governo della città e dell’impero.
Al Tempio della Concordia risistemato da Tiberio si riferiscono le rovine di oggi, visibili accanto a ciò che resta del Tempio di Vespasiano, davanti al basamento del Tabularium. Le strutture ancora esistenti, riferite al podio e alla soglia a della cella, inglobano parte di quelle precedenti. Rispetto al tempio di Opimio, caratterizzato da una cella allungata e, probabilmente, da otto colonne sul fronte che continuavano ai lati, il tempio di Tiberio cambia nella forma e nell’immagine: si sviluppa in larghezza sfruttando lo spazio a disposizione e occupa anche, in parte, l’area della Basilica Opimia, costruita insieme al tempio precedente e demolita per realizzare questo edificio ancora più grande e monumentale. La singolarità della pianta è, dunque, legata in parte alla conformazione del suolo. La cella si dispone lungo una asse trasversale rispetto al pronao, è allungata rispetto ad esso e sulle pareti laterali anteriori, - come mostrano alcune monete dell’epoca - , si aprono due finestre, che hanno lo scopo di portare più luce all’interno dell’edificio, di illuminare l’apparato decorativo e gli oggetti contenuti al suo interno. Il lato posteriore, rivolto verso il Tabularium e le pendici del Campidoglio, è completamente chiuso. Un’ampia scalinata conduce al pronao composto, in facciata, da sei colonne corinzie. Fonti letterarie e rappresentazioni iconografiche fanno riferimento anche all’apparato statuario del Tempio: alle figure, diversamente interpretate, che accompagnano Concordia e che esprimono la complessità dei significati e dei simboli sottesi a questo edificio.