Pubblicato da Shazarch il 18 Mar 2021

Tempio di Eliogabalo

Tempio di Eliogabalo

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Il ragazzo-imperatore Eliogabalo era un adoratore del dio del sole siriano Elagabal di Emesa, o (come spesso lo chiamavano i romani) Sol Invictus, "il sole invincibile".

Durante il regno di Eliogabalo, iniziato nel 218 e durato fino al 222, ll'imperatore gli dedicò un tempio sul colle Palatino. Del resto, Elegabal era anche un dio della montagna: il suo nome significa "signore della montagna".

La terrazza del tempio, l'Elagabalium, era già stata costruita dall'imperatore Domiziano (r.81-96) e potrebbe esserci già stato un luogo di culto dedicato a Giove. Eliogabalo, invece, ampliò la terrazza e la dedicò a Sol Invictus Elagabal.

La chiesetta a destra del tempio, dedicata al martire cristiano San Sebastiano, segna il sito dell'antico santuario. Dopo la morte di Eliogabalo il tempio fu nuovamente dedicato a Giove da Alessandro Severo. Oggi rimangono solo la terrazza e alcuni resti nel giardino della chiesa.

Sembra che Eliogabalo volesse che il suo tempio fosse un luogo di culto per Elagabal e due dee, come era sempre stato in Siria. Allo stesso tempo, venerare una triade in cima a una collina era una sfida al tempio di Giove, Giunone e Minerva sul Campidoglio.

L'autore della Historia Augusta riferisce che Eliogabalo, dopo aver costruito il tempio, trasferì nel nuovo edificio gli emblemi della Grande Madre, il fuoco di Vesta, il palladio (statua di Minerva), gli scudi dei Salii e altri oggetti sacri.


Per i romani tradizionali, questi erano atti estremamente sacrileghi. La statua di Minerva, per esempio, era sempre stata nascosta alla vista e non doveva essere spostata dal suo posto - eppure l'imperatore non solo era entrato nel sacro tempio, ma aveva anche toccato la statua e ne aveva persino ordinato la rimozione. Ben presto restituì la statua con la scusa che il suo dio era scontento della dea.

Davanti al santuario, sul lato occidentale, c'era un grande portale a cinque arcate di cui restano pochi resti. Entrando dal piccolo cancello moderno, si raggiunge il giardino della chiesa.

Fonte: livius.org