Posted by Shazarch on 18 Mar 2021

Peristilio Inferiore Domus Augustana

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Le fonti antiche ci tramandano che Domiziano amava passeggiare fino “all’ora del sonno” solo e in disparte tra i portici della sua residenza. Le evidenze archeologiche presenti nel complesso palaziale, composto dalla Domus Flavia, dalla Domus Augustana e dallo Stadio Palatino, sembrano confermarcelo. Chissà quale di questi fu quello che Domiziano, ormai tormentato da possibili aggressioni, fece rivestire di feningite: un marmo trasparente come l’alabastro, così rilucente da riflettere come uno specchio quello che accadeva alle sue spalle.

L’area immediatamente accanto alla Domus Flavia è costituita da due enormi peristili, non molto bene conservati. Quello posto più a nord è particolarmente mal messo e spuntano dal terreno alcune fondazioni di strutture delle quali però non abbiamo sufficienti informazioni. L’altro peristilio presentava un bacino ornamentale, al centro del quale, in un’epoca successiva, fu costruito un tempietto accessibile tramite un ponte in muratura.

Con molta probabilità è da riconoscere in uno dei due peristili la cosiddetta “corte di Adone”, in cui Domiziano ricevette il filosofo, neo pitagorico e mago, Apollonio di Tiana. Il giardino era forse così chiamato perché decorato con fiori e piccole piante cresciuti in vasi d’argilla senza radici né frutti, fragili ed effimeri come la vita e il destino di Adone. In questo giardino doveva trovarsi anche un tempietto dedicato alla dea, protettrice dell’imperatore, Minerva.

Da qui si prosegue verso le strutture del palazzo che si articolano su due piani, di cui uno seminterrato. Affacciandovi sul piano inferiore vedrete un terzo peristilio sul quale aprivano numerosi ambienti che purtroppo non sono accessibili al pubblico. Con molta probabilità si trovavano qui gli appartamenti privati dell’imperatore e della sua corte. 

Si tratta dei luoghi in cui l’Imperatore visse con sua moglie Domizia Longina fino al 96 d.C. e con il loro unico figlio, morto bambino. Per un breve periodo, dopo aver ripudiato sua moglie accusata di tradimento, visse qui da solo. In realtà fu lui a tradire la moglie numerose volte con altrettanti amanti, tra cui spicca sua nipote Giulia, figlia di suo fratello Tito, costretta più volte ad abortire, una delle quali le fu fatale.

In questo labirinto di stanze devono trovarsi anche il cubicolo da cui l’imperatore assisteva, sdraiato sul suo letto, lontano dalla folla, alle corse che si svolgevano nel Circo Massimo. Sempre in questi ambienti, in una costante ricerca della solitudine, doveva ritirarsi in una sorta di studiolo, intimo ed isolato, per dedicarsi alla scrittura. Infine tra questi muri deve trovarsi la stanza da letto dell’imperatore dove perse tragicamente la vita il 18 settembre del 96 d.C., trafitto da sette pugnalate. Nulla poté contro la furia dei congiurati, nessuno riuscì a proteggerlo: né Minerva, la sua dea protettrice, né il pugnale con il quale era solito dormire, né i suoi servitori che si rivelarono  essere i primi traditori.